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AVVERTENZA: I dati sottoesposti sono conservati per mera finalità storica e non corrispondono necessariamente alla situazione attuale dei singoli enti, in quanto la competenza sugli istituti culturali è stata trasferita alla Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali.

Accademia Nazionale di Scienze, Lettere ed Arti di Modena

Tabella: Scheda di dettaglio diAccademia Nazionale di Scienze, Lettere ed Arti di Modena
Descrizione Dettaglio
Presidente Ferdinando TADDEI
Telefono 059.225566
Fax 059.225566
eMail info@accademiasla-mo.it
Indirizzo C.so Vittorio Emanuele II 59, 41100
Comune MODENA
Città MODENA
Provincia Modena
Regione Emilia Romagna
Descrizione   L’Accademia Nazionale di Scienze, Lettere e Arti di Modena occupa il primo piano di un prestigioso Palazzo del Centro storico di Modena (Palazzo Coccapani). Solo una parte dei locali ha potuto essere utilizzata fino ad oggi per le attività istituzionali, in quanto l’intero edificio è in attesa di interventi di restauro. Per questo motivo non è stato possibile espletare al massimo le potenzialità dell’Istituto in favore della cultura: ciò potrà avvenire nel prossimo futuro quando avranno termine i lavori di restauro dell’intero edificio, termine atteso per la primavera del 2007. L’attività dell’Accademia si esplica in due direzioni: 1) con iniziative per la diffusione della cultura, sotto forma di conferenze, seminari, cicli di lezioni, incontri con la scuola, convegni, mostre; 2) nel rendere fruibile la sua biblioteca sia con la catalogazione informatizzata che con la creazione di spazi dotati di strutture moderne per la consultazione in loco.L’attività di diffusione della cultura, scientifica ed umanistica è rivolta ad un pubblico non specialistico. Nel campo scientifico con lo scopo di approfondire la comprensione di problematiche attuali affrontate dalla scienza cercando, in maniera obiettiva e lineare, di superare la disinformazione o la cattiva informazione che spesso accompagna la diffusione delle notizie riguardanti il mondo scientifico. Nel campo umanistico con il proposito di rinverdire l’interesse verso i temi classici della letteratura e verso le lingue antiche, curando in particolar modo le attività rivolte ai giovani. Le iniziative si svolgono nell’arco dell’intero anno e sono programmate in collaborazione con l’Università, con Istituti scolastici superiori, con  Enti pubblici (Assessorati del Comune e della Provincia, Musei e Sanità)  e privati. Una particolare e crescente attenzione è posta nel rendere fruibile la biblioteca, fino ad oggi sostanzialmente confinata al ruolo di deposito di libri e documenti a causa della precarietà della sede. Il ricco patrimonio librario, documentaristico e museale dell’Accademia rappresenta una fonte di grande pregio e interesse per la ricostruzione storica degli avvenimenti economici, sociali e scientifici degli ultimi trecento anni. Le ricerche che possono essere condotte all’interno dei “fondi” accademici aiuta a comprendere come sia stato possibile e fruttuoso l’armonico sviluppo dei diversi settori della conoscenza all’interno di un contesto disciplinare assai diversificato come quello che è rappresentato dai settori che l’attività accademica comprende. La catalogazione informatizzata del patrimonio della Biblioteca avviene attraverso un rapporto convenzionale con il Centro di Documentazione della Provincia di Modena e con l’immissione del materiale  nella rete SBN. Dall’anno 2000 è attiva una convenzione con l’Università di Modena e Reggio Emilia per l’accesso ai docenti e agli studenti della biblioteca dell’Accademia (consultazione e prestito).L’attività editoriale dell’Accademia consiste nella pubblicazione con cadenza annuale di un volume di “Atti” contenente il resoconto di tutti gli avvenimenti culturali dell’anno concluso e di un volume di “Memorie scientifiche, giuridiche e letterarie”, con cadenza semestrale, nel quale sono pubblicati articoli originali. Nella “Collana di studi dell’Accademia” sono pubblicate monografie. L’Accademia ha un sito Internet sul quale, oltre alle notizie relative all’attività dell’Accademia (conferenze, mostre, volumi pubblicati e loro recensioni, links con altre biblioteche) è in costruzione una pagina-web con notizie relative alla storia della scienza.
Storia   Nata in seguito alla richiesta dei cittadini di Modena, che si presentarono agli inizi del 1600 ai conservatori del Comune per richiedere a gran voce che a Modena fosse restituita l’Università e fosse altresì istituita un’Accademia, rappresenta la continuazione ai giorni nostri dell’antica Accademia dei Dissonanti.Al primo progetto, intorno al 1680, si dice ad opera di un sacerdote della Congregazione della B.a Vergine e di S. Carlo, il teologo don Dario Sangiovanni, seguì una concentrazione organizzativa tra il 1681 e il 1683, quando si unirono al Sangiovanni, quali promotori, il marchese Bonifazio Rangoni, il conte Pirro Graziani e il francescano cartesiano Michelangiolo Fardella. Nel 1684-86 iniziò un’attività organica documentata costituita da adunanze e deliberazioni.Nel carteggio del Muratori, Dottore dell’Ambrosiana in Milano, troviamo fra le tante lettere della fine del Seicento, quelle di Gian Giacomo Tori, segretario dei Dissonanti, ricche di particolari interessanti. Si apprende ad esempio che l’8 Dicembre 1695, Rinaldo I, salito al Ducato in successione di Francesco II, ha conferito incarico al conte di Nogarola di rimettere in piedi l’Accademia dei Dissonanti e di curarne l’espansione. Si deduce che nel 1691 l’Accademia aveva le sue Costituzioni, che erano di pubblica ragione.Prima del 1682 l’Accademia molto probabilmente esisteva con la semplice denominazione di Accademia di Modena. Dopo che aveva iniziato la sua attività, essa discusse nelle riunioni del 21 Febbraio e del 13 Marzo 1684 delle costituzioni e dell’”Impresa” nonché della denominazione. Fra le varie proposte fu presentata anche quella di dotare l’Accademia di un simbolo che rappresentasse l’armonia nella varietà degli accordi. Perciò gli accademici di Modena furono detti ‘Dissonanti’ con il motto “Digerit in numerum dissonantes”. Nel centro dell’emblema un’aquila sovrasta una corona di alloro e fiancheggia rami di palma e le pende dal collo una cetra: il simbolo ricorda la tutela estense sulla istituzione. L’emblema originario fu poi modificato con l’inserzione delle prerogative ducali, ma quello che appare nella sala delle adunanze dell’Accademia è l’antico emblema seicentesco nella forma primitiva.Nel cammino per la ricerca dell’atto costitutivo originario dell’Accademia di Modena ci si imbatte come primo documento nell’antico testo di “Leggi dell’Accademia de’ Dissonanti di Modena di nuovo pubblicate sotto gli auspici di S. A. Serenissima Rinaldo I Duca di Modena ecc.”. Quel testo fu edito in Modena per i tipi di Bartolomeo Soliani, nel 1731. Di quel documento non è venuto fino ad ora alla luce alcun esemplare, ma si deduce che questa doveva essere una seconda edizione.Alla data del 1731 l’Accademia viveva da circa cinquant’anni e l’inizio delle attività deve cadere nel 1680. I1 15 Dicembre 1780 l’Accademia si riunì infatti in solenne pubblica adunanza, in Corte, per celebrare il suo primo secolo di vita insieme alla salita al trono del Serenissimo Ercole III. La riunione commemorativa fu organizzata da uno storico e letterato di gran nome, Girolamo Tiraboschi, Socio dal 1771 della Ducale Accademia, Consigliere di S. A. S. dal Febbraio 1780, nonché Presidente della Ducale Biblioteca e della Galleria delle medaglie. Nell’occasione il Tiraboschi lesse una orazione: “Sulla Accademia dei Dissonanti e sull’altre che in Modena la precedettero”, poi pubblicata in un volume al quale contribuirono tutti gli accademici. L’esordio dell’Accademia al 1680 ebbe così una consacrazione ufficiale. Afferma il Tiraboschi nel suo discorso che la gloria di veder finalmente fondata un’Accademia spetti a Francesco II, Principe illuminato nel promuovere e coltivare le lettere. A Lui si deve la prima origine o il notevole accrescimento della Ducale Biblioteca, del Museo delle Antichità, la Galleria delle Pitture e la stessa pubblica Università. Questo evento realizza l’antica richiesta dei cittadini che fin dall’inizio del Seicento avevano reclamato l’istituzione di un’Accademia e la riattivazione dell’Università. Al progressivo cammino dell’Università presso la Congregazione della B.a Maria Vergine e di San Carlo, fino allo “Studio Pubblico”, con il concorso del Comune, seguì il parallelo sviluppo dell’Accademia.Nel 1731, in un preambolo degli Statuti, si asserisce che il Principe (Duca Rinaldo I) protegge l’Accademia di Modena e ne onora con la sovrana sua presenza le funzioni, e le Costituzioni del 1769, ritornando sullo stesso particolare dell’ospitalità in Corte, ricordano la concessione fatta da Francesco III nel 1752 del titolo di “Ducale” all’Accademia. Le Costituzioni del 1790 evocano nel preambolo le cerimonie centenarie dell’Accademia di dieci anni prima e, ai piedi delle Costituzioni, si legge il decreto ducale relativo alla protezione accordata in data 8 Luglio 1790. Nell’anno successivo, 15 Luglio 1791, furono diffusi altri dodici articoli in aggiunta alle Costituzioni per organizzare una Sezione di Scienze ad integrare l’attività dell’Accademia, fino ad allora attiva solo nel campo delle Lettere.In periodo napoleonico l’attività venne allargata anche alle arti meccaniche.Personaggi di rango e letterati di lontani paesi richiesero di essere aggregati. Inoltre l’Accademia dei Peloritani di Messina chiese di avviare corrispondenza con l’Accademia di Modena e nel 1728 seguì l’aggregazione fra le due Accademie. Ne fu artefice Ludovico Antonio Muratori.Negli statuti del 1817, 1826, 1841 il nome dell’Ente diviene: “Reale Accademia di Scienze Lettere e Arti”. Il titolo reale sostituisce quello ducale per le prerogative attribuite a Francesco IV d’Este, di Principe reale d’Ungheria e di Boemia, oltre che Duca di Modena.Il carattere statale dell’Ente si conferma con l’avvento del Regno d’Italia, con lo Statuto del 1860, e poi decisamente con gli statuti del 1910 e del 1934. Nella legislazione italiana ebbe costantemente un posto tra le primarie consorelle sottoposte alla disciplina governativa (fra le dieci reali accademie di prima categoria).La Commissione per la riforma dello Statuto ribadì, nel 1910, il carattere statale della Accademia come ente di alta cultura: dalla ispirazione e protezione governativa alla approvazione degli statuti, dal titolo premesso alla denominazione, agli assegni annui sul bilancio dello Stato, dalla procedura per le nomine dei soci che si conclude con decreti statali, all’inserzione dell’elenco degli aggregati nelle pubblicazioni ufficiali, alla inclusione dell’Accademia tra i pubblici stabilimenti alle dipendenze del Ministero della Pubblica Istruzione.Il 5 Marzo 1959, in concomitanza con l’approvazione del nuovo Statuto, all’Accademia di Scienze, Lettere ed Arti di Modena viene attribuito il titolo di Accademia Nazionale di Scienze, Lettere ed Arti, con Decreto del Presidentedella Repubblica.
Patrimonio documentale e altro   La Biblioteca è distinta in due reparti di notevole importanza: l’uno costituito da opere e da opuscoli provenienti da cospicui lasciti di soci, da omaggi di autori e di editori; l’altro dai Periodici di alta cultura, prevalentemente scientifica, ricevuti, per lo più in cambio con le Memorie e gli Atti dell’Accademia, a cominciare dalla prima metà dell’Ottocento. L’attuale consistenza – in volumi, fascicoli sciolti, opuscoli – supera i 130.000 pezzi. Non è possibile dare la cifra esatta in quanto l’aggiornamento dei cataloghi e dello schedario è in corso (una parte del materiale è già inserito nel catalogo informatizzato della rete della Provincia di Modena e visibile in SBN).Promossa fin dal 1792, la Biblioteca non poté impostarsi definitivamente se non dopo il 1817, quando l’Accademia, per decreto ducale, entrò in possesso delle suppellettili della “Società agraria” e della “Società di arti meccaniche”, che avevano avuto nobile, ma breve vita, nel periodo franco-italico.Si accrebbe nel periodo della Restaurazione, in stretto rapporto con l’intensa attività degli accademici e con le pubblicazioni scientifiche effettuate dalle tipografie del Ducato estense. Le relazioni poi, allacciate con le accademie e gli istituti esteri di alta cultura, consigliarono e attuarono i detti scambi di stampe periodiche, che fecero e fanno di questa biblioteca uno dei centri bibliografici di maggiore interesse per le ricerche e l’aggiornamento in molti rami di studi.Oltre ai periodici, che sono la zona più viva e vitale del complesso accademico, un altro prezioso terreno di studio è offerto da alcune decine di migliaia di opere e di opuscoli pervenuti – come si è detto – da generosi lasciti di patrizi e studiosi modenesi e da omaggi di soci, di autori, di editori.I lasciti o legati più cospicui sono dovuti alla liberalità dei seguenti:marchese Luigi Rangoni, conte Guido Bellentani, conte Luigi Boschetti, giureconsulto Giuseppe Gerez, march. Giuseppe Campori, Giovanni ed Enrico Caroli, Eredi Gusmano Soli, sig.ra Ida Bonomi Cavicchioni, prof. Alberto Aggazzotti, eredi fam. Rossi Veratti.Non è possibile dare indicazioni adeguate sul valore della biblioteca in relazione alle materie, al pregio, alla rarità delle edizioni: e questo s’intende bene, se si riflette che nessuno nell’Accademia presiedette ad acquisti di opere secondo l’interesse o i bisogni del momento o secondo scopi generali; ma i libri, nelle dette raccolte private, avevano risposto solamente ai gusti personali, alla cultura, all’educazione dei donatori. Osserviamo però che scarsissima è la consistenza di opere, per così dire, di pura letteratura, vuoi di versi vuoi di prosa di invenzione: abbondano invece le ponderose opere di erudizione, di storia e sopra tutto di carattere scientifico e le collezioni e serie di memorie di università, di accademie dei paesi europei ed extra europei.Quando nello scorso secolo la bibliofilia, già passione negli umanisti, né più spenta nelle classi colte, si ravvivò al culto delle stampe antiche e preziose per bellezza di tipi, anche gli accademici si curarono della ricerca e della distinzione delle stampe rare della loro biblioteca; e se ne trova cenno nei verbali delle adunanze; e il Franciosi e il Riccardi e il Patetta poterono riconoscere e segnalare pezzi di particolare valore.Uscirono così dalla folla una trentina di incunaboli di gran pregio e, avanti tutti, il Morgante del Pulci nella primissima edizione, fino allora ignota, e nell’unico esemplare fino ad oggi conosciuto.La biblioteca è aperta al pubblico:dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19.
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